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L'ho rintracciato, il vecchio signor Anno 2010 che sta per andare in archivio.
S'è rifugiato sugli Appennini in un antro da dove vede poco o nulla di quanto sta accadendo nel Mondo. Ma lei dovrebbe conoscere ugualmente ogni cosa, sottolineo. La mette facile lei, risponde lui senza arroganza, forse rassegnato al fatto che il fato è spesso la comoda maschera con cui nascondiamo le nostre responsabilità.
Gli reco dei doni. Un libro (di Antonella Beccaria), comincia a sfogliarlo dal fondo, si parla di un'Italia vecchiotta, 1982, quindi nulla che fare con l'oggi. Il signor Anno 2010 inizia a leggere: in questo disgraziato Paese la politica si mescola alla criminalità. Chi scriveva era Roberto Calvi. Neppure due settimane dopo fu trovato impiccato sotto un ponte sul Tamigi, a Londra.
Qualcosa di meglio? Al signor Anno 2010 reco alcuni giornali dell'ultima settimana.Sulla Stampa, Flavia Amabile ha scritto una lettera aperta agli studenti italiani, piena di ottimi consigli, che termina con la citazione di una frase del compianto picconatore Francesco Cossiga ed ex ministro degli Interni: la gente deve odiare i manifestanti (è quello che succede in questo 2010), e per arrivare a ciò bastano un gruppetto di provocatori, auto incendiate, ferite, possibilmente anche tra i civili. A Roma un ragazzo di 15 anni è stato ridotto in prognosi riservata da un giovane armato di casco, poi fotografato mentre si avventava contro un black bloc che assaltava un blindato dei Carabinieri, ha scritto il CorSera.
Con il signor Anno 2010 ci si diverte con poco: tra i primi cinque libri più venduti ora in Italia ci sono tre volumi di ricette gastronomiche, due composti da Benedetta Parodi ed uno da Antonella Clerici. Mangia che ti passa, ed anno vecchio fa buon brodo. Non gradisce. Poi per lui ci sono recenti pagine di giornali, con l'ottimismo di chi detiene il potere, la certezza di vivere un periodo sereno, una fase positiva: ma dopo pochi giorni arrivano le inchieste ed altre notizie a render ridicole quelle parole, simili a vaghe consolazioni per scongiurare il peggio che invece è puntualmente arrivato.
Il signor Anno 2010 rifiuta ogni responsabilità, con la classica scusa di chi comanda: tutta colpa dei giornali, basta non leggerli. Un grande quotidiano come Il Sole-24 Ore pubblica il volume che gli lascio in regalo, è la biografia di Federico II imperatore (1194-1250): in copertina reca invece l'immagine di Federico da Montefeltro (1422-1482). [1021]Antonio Montanari
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Quando un partito sapeva tutto
Lo sosteneva Enzo Biagi: anche a Nostro Signore non andò bene per uno su dodici. Non scandalizzano perciò i due onorevoli che hanno ripudiato Antonio Di Pietro. L'ottimo Aldo Cazzullo (leggetevi il suo doloroso libro "Viva l'Italia") definisce il partito dell'ex magistrato "la più sgangherata macchina della politica italiana".
La Stampa ha dedicato ai "piccoli Giuda cresciuti sotto l'ala di Tonino" un servizio che parte dal salto del fosso verso destra nel 2006 di De Gregorio ed arriva agli odierni Sciliputi e Razzi. Costui è offeso dal disinteresse per le sue proposte politiche, come il bollino di qualità per i prodotti italiani, e dice di non voler soccombere al pari di Pietro Micca dopo aver lanciato la stampella. La quale però era e resta di Enrico Toti.
L'articolo raccontava di Paolo Guzzanti, censore dei costumi governativi (li accusa di basarsi sullo spogliarello femminile nell'assegnare incarichi politici): ha in scadenza un contratto mensile con il giornale di casa Berlusconi per settemila euro netti al mese. Guzzanti in risposta confermava di votare contro Berlusconi il 14 dicembre. E Dario Franceschini annunciava: per un punto Guzzanti segnerà la sconfitta del Cav. Domenica 12, proprio quando stiamo per spedire il Tama, Fini decide di passare all'opposizione da centro-destra, punto o non punto in più di Guzzanti.
L'armata Brancaleone di Di Pietro rispecchia il cambiamento della politica avvenuto in Italia negli ultimi 20 anni. Non ci sono più i partiti di una volta, quelli in cui pochi sapevano tutto di tutti. Adesso nessuno sa più niente di nessuno.
Un ricordo da cronista di mezzo secolo fa. Sparatoria al mare, la polizia non dice chi sia coinvolto, mentre non si trovano i bossoli. Il collega dell'Unità, Tiziano Giorgetti, che viaggiava con noi carlineschi autotrasportati da Davide Minghini, nel giro di un'ora riesce ad avere nome e cognome di chi ha usato la pistola, attraverso una sezione periferica del pci.
Pure a Rimini è successo di recente qualcosa che riguarda l'Italia dei valori: nessuno se ne è andato di sua volontà, ma qualcuno è stato cancellato dai preferiti. Si tratta addirittura di un assessore comunale, Karen Visani, colpita da sfiducia con lettera al sindaco da parte del "responsabile regionale" del partito. Dove è stata eletta con 95 preferenze su 2.910 voti di lista (ovvero lei era sconosciuta persino al suo elettorato). E dove oggi non ha neppure un sostenitore tra chi lo regge. [1020]Antonio Montanari
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Possiamo smentire la notizia diffusa da un capo di governo non straniero, secondo cui una certa barzelletta spinta (inadatta al nostro stile), gli sarebbe stata raccontata dal premier libico Gheddafi. Nulla di più falso. Chi ha presentato in Italia quella storiella è il comico Raul Cremona, apparso in una vecchia trasmissione di Zelig, riproposta da una rete digitale di Mediaset la sera di giovedì 2 dicembre, ad inaugurare in loco l'innovazione tecnologica della tv.
Non tutto ciò che si racconta è vero. E non tutto ciò che è vero si può raccontare. Oppure è stato mai raccontato. Ripeschiamo nella nostra memoria personale alcuni fatti che ci rimandano al tema molto discusso in questi giorni, non soltanto nel provinciale Stivale nazionale, bensì a livello planetario, per le rivelazioni di WikiLeaks: ovvero i servizi di spionaggio.
Rimini nel secondo dopoguerra, per la sua posizione militare nello scacchiere Nato (con l'aeroporto di Miramare), è stata sempre oggetto di attenzione particolare da parte di quegli stessi servizi che cercavano di mascherarsi nei modi più consueti. I giornali ad esempio non servono soltanto come fonti ai diplomatici ospiti, ma pure come strumento per influenzare l'opinione pubblica. Oppure quale paravento per nascondere una presenza sul territorio che non potrebbe essere altrettanto elegante se si mascherasse da rivendita di generi alimentari.
Sul tema ci sono due oscure storielle locali dimenticate. Prima. All'inizio degli anni Sessanta arriva al grattacielo la redazione di una effimera rivista il cui direttore dichiarava di voler mettere a Roma una telescrivente che sarebbe stata letta da una cronista ai colleghi di Rimini. Ovvero ignorava che un servizio di telescrivente si piazzava dappertutto via telefono. Come oggi succede per internet.
Seconda notizia. Alla fine di quegli stessi anni un foglietto locale senza capo né coda trova ospitalità a palazzo Fabbri, grazie ad un Centro studi che pagava affitto e pagine (curate da un massone) con testi filo-Usa. Poco tempo fa si trovava elencato quel Centro studi fra le operazioni politiche di un servizio segreto.
Altre notizie sono meno clamorose. La scomparsa di un vecchio collega riminese, fa ricordare che, per essere iscritto all'Albo professionale come corrispondente locale del foglio missino, egli a metà anni '50 salì a San Marino per dare del pataca ad un capitano reggente, finendo in quel carcere. Poi lentamente salì in Rai. In quota socialista. [1019]Antonio Montanari
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