• Al Liceo Classico la versione di greco per la Maturità ha proposto un Aristotele inconsueto. Non quello solitamente studiato in Filosofia, come l'inizio del libro V della “Politica”, molto attuale per italiani ed europei: “Bisogna indagare quali sono le cause per cui le costituzioni mutano”, e in che modo vanno in rovina.
    Nutriamoci di citazioni sull'argomento. Vent'anni fa, “mani pulite”. Giuliano Ferrara elogia il magistrato Di Pietro, definendo provvidenziale la sua azione. Poi cambia parere. Il presidente del Senato di allora anticipa Grillo: “I partiti debbono retrocedere ed alzare le mani”, ormai sono in agonia, non debbono resistere alla volontà popolare.
    Anche Grillo ha mutato idea. Non conta la volontà popolare, conta ciò che decide lui. Nessun altro deve intromettersi. Ha cacciato Valentino Tavolazzi perché si è riunito con alcuni dei grillini eletti alle amministrative, tra cui il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che avrebbe voluto Tavolazzi a dirigere il suo Comune. Pizzarotti è stato costretto ad una prima marcia indietro.
    La seconda è avvenuta la settimana scorsa, quando ha provato lo stesso panico che i giornali attribuivano agli studenti del Classico per quell'Aristotele. Parma cotta e condita da una lettera ad un quotidiano locale, ha così saputo che il futuro assessore ad Urbanistica ed altro, aveva alle spalle il fallimento di una società per cui “tante famiglie ancora oggi piangono per aver perduto quanto avevano investito con immensi sacrifici”. L'assessore più breve di Parma, è stato definito: per autocombustione 24 ore prima della cerimonia.
    Pizzarotti si è giustificato: la nomina ufficiale non era ancora avvenuta. C'era stata soltanto la promessa confidenziale, una presa del consenso. La sua smentita è illuminante. Pizzarotti dimostra felicemente che il mestiere di politico lo imparano subito anche quelli del “movimento oracolare”. Usa il linguaggio classico di chi è seduto in una poltrona pubblica: le presunte dimissioni dell'assessore non ancora nominato, per lui dimostrano che il sistema è valido. Come al solito, tutto va bene.
    Per Massimo Gramellini (La Stampa), “In questo Paese di moralisti verbali, tutti sembrano custodire uno scheletro nell'armadio”. Beppe Severgnini (Sette) aveva previsto: “La Grillocrazia senza democrazia”. Stupendo Aldo Grasso (CorSera): ”L'incertosa di Parma. Pizzarotti ha inventato la politica che non si muove”, dopo un mese non ha completato la Giunta. [Anno XXXI, n. 1087]

    Antonio Montanari
    (c) RIPRODUZIONE RISERVATA

    "il Ponte", settimanale, Rimini, 1.7.2012


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  • Due fatti politici meritano di passare alla storia. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha detto d'avere contro i "poteri forti". La ministra Elsa Fornero si è ribellata all'Inps perché contraddetta sul numero degli esodati (senza salario e senza pensione): 65 mila secondo lei, e 390 mila per l'Istituto di previdenza. Monti ha ammesso ciò che noi malpensanti abbiamo sempre creduto in assoluta modestia e senza pretesa alcuna di apparire esperti. La Carta costituzionale diventa talora, se non spesso, un inutile paravento alle manovre oscure di quelli che appunto sono stati sempre definiti i "poteri forti", con un sentimento misto di timore e di terrore. In una democrazia compiuta dovrebbe esistere soltanto il Potere della Legge, non quello balordo dei Mercati che sono diventati la divinità pagana a cui offrire il sacrificio in vite umane di tante persone che, rimaste senza lavoro, sono sull'abisso della disperazione.
    Un servizio della Stampa, a firma di Paolo Baroni, ha illustrato come è nato il pasticcio dei 325 mila esodati fantasma, riassumibile in una battuta: "richiesto ufficialmente in Parlamento di fornire delle stime il presidente dell'Inps Antonio Mastropasqua ha detto di non avere numeri a disposizione". Mastropasqua è stato presentato dalle cronache politiche come un tipo intraprendente: ha accumulato venticinque presidenze in vari enti ed organismi per un reddito annuo complessivo di 1,2 milioni di euro.
    A questo punto sorge spontanea la domanda su come sia possibile che una sola persona riesca ad arrivare a simili traguardi da record universale. Se succede soltanto in Italia è perché noi non abbiamo mai introdotto nella burocrazia statale il Quoziente dell'IMU, ovvero dell'Intelligenza Media Utilizzata. Ministro Fornero, mi ascolti: lei vorrebbe azzerare il Mastropasqua, ma è tutta la struttura che fa acqua. L'Inpdap non manda i Cud. L'Inps chiede alle vedove che riscuotevano l'assegno di famiglia, se dopo il decesso del marito è intervenuta separazione legale. Qualche ispettorato vorrebbe punire le novantenni che richiedono ad una cooperativa tre ore di badantato per non aver controllato se la persona inviata a domicilio era "contrattata".
    Signora Ministra, lei comprende che i semplici cittadini possono aver molti più motivi di lei per inquietarsi con l'Inps. L'ente non vuole avere contatti diretti con gli utenti, ma soltanto tramite Internet. Per questi fatti, i cittadini potrebbero accusare pure lei. [Anno XXXI, n. 1086]

    Antonio Montanari


    "il Ponte", settimanale, Rimini, 24.06.2012


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  • Diceva una vecchia canzone francese: che cosa resta dei nostri amori? Anche la politica è sentimento: quale immagine ci lasceranno di loro i nostri Sindaci? Quello di Rimini, Andrea Gnassi, ha tentato il salto in lungo, sollecitato da Lilli Gruber. A lei si è presentato dimenticandosi di cambiare abito. Le vesti che vanno bene a Rimini tra Palazzo Garampi ed il ponte di Tiberio, dove i suoi amici vanno a prendere il caffè, sono inadeguate quando chi osserva vive fuori dalle nostre mura in una platea nazionale.
    Oggi i giornalisti hanno caricato i Sindaci di una missione impossibile, mettersi in concorrenza con i segretari dei loro partiti. La necessità di fare spettacolo con le notizie, crea fantasmi che s'aggirano nelle nostre notti, con cortei fatti di pie illusioni e di vere rogne. Ci ha provato uno, il Renzi da Firenze? Allora ci possono provare tutti, pensano le migliori menti della cronaca politica nazionale.
    Lo sventurato Gnassi, sedotto dalle luci, rispose alla frizzante Gruber con quel paradosso della Rimini piccolo borgo, che è un'immagine crepuscolare ed evanescente, come il salotto di Nonna Speranza, con il pappagallo impagliato, le scatole senza confetti, o la casa della Signorina Felicita ed il suo odore d'abbandono desolato.
    Rimini, quella vera, non s'identifica nell'immagine di piccolo borgo, non lo è mai stata.La colpa non è tutta di Gnassi. Egli è stato messo sulla cattiva strada dalla spicciola cronaca da bar in cui tutto si crea e tutto si distrugge soltanto per passare il tempo, senza stare troppo impegnati con la testa. Da quella spicciola cronaca da bar deriva anche il motto elettorale con cui Gnassi si presentò l'anno scorso alle urne: "Me gnint... e te?". L'oscura frase ha un suo luminoso passato, essendo stata tramandata ai posteri da un illustre tecnico delle luci, Pasquini E' Nein, il quale la narrava con orgoglio nel tentativo di far credere di essere riuscito con quelle parole a smontare il mito di Federico Fellini.
    I fatti andarono così. Il grande registra di passaggio a Rimini incontra Nino e gli chiede, con la solita voce soave: che fai di bello? Ed il Nino, tanto per spiegare al Grande Concittadino che nulla valgono i meriti conquistati, se ne uscì appunto con quelle parole ("Me gnint... e te?") che dovrebbero essere, secondo alcuni, una lezione di alta filosofia morale. E che ci sembrano piuttosto il giochetto ironico di chi vuole soltanto demistificare gli altri per prenderne il posto. [Anno XXXI, n. 1085]

    Antonio Montanari
    (c) RIPRODUZIONE RISERVATA

    "il Ponte", Rimini, settimanale, 17.06.2012

     


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  • Sedici su 18 Sindaci del Partito democratico il 28 maggio a Rimini hanno protestato con la simbolica restituzione al Prefetto della fascia tricolore che segnala il loro ruolo di Ufficiali di Governo. La protesta era diretta al Governo stesso. Di cui ora si sentono non rappresentanti ma vittime, per l’attuale situazione finanziaria. Dopo il colloquio con il Prefetto Claudio Palomba, sono tornati nelle rispettive sedi con la fascia in tasca e tante preoccupazioni in testa. Mauro Morri (Santarcangelo) sintetizzava ai cronisti: l’Imu colpirà le persone più oneste ed alle prese con nuove povertà. Invitiamo i Sindaci ad utilizzare gli strumenti che la Legge mette a loro disposizione per controllare, con lo Stato, l’onestà fiscale degli amministrati. I nostri Primi Cittadini sono stati imitati il 2 giugno dal collega di Roma Gianni Alemanno che si è sfasciato per la festa della Repubblica, assentandosi dalla sfilata militare.
    Le buone intenzioni dei nostri Sindaci sono state premiate da un successo mediatico che ha portato quello di Rimini alla ribalta nel salotto tv di Lilli Gruber il 31 maggio. Andrea Gnassi, immaginiamo, sarà parso una specie di seguace della dottrina fiorentina di Matteo Renzi, il sindaco rottamatore che forse ha stufato un po’ con quell’aria da primo della classe che sa tutte le risposte, e distribuisce le merende durante la ricreazione ai collaboratori secondo i meriti riconosciuti. Intanto il suo assessore al Bilancio si è appena dimesso.
    E come il buon Renzi anche il bravo Gnassi si è elogiato con due chicche preziose: un ottimo pittore quale assessore alla Cultura, e soprattutto il modello di Friburgo come città dove la gente rinuncia all’auto. Rimini, ha spiegato Gnassi, d’inverno è un piccolo borgo. Ci permetta di aggiungere il famoso e leopardiano aggettivo “selvaggio”: con cui condensare tutto l’amore che noi e lui abbiamo per la nostra identità, ma soprattutto per dire senza timore di smentite che, avendo pensato troppo in grande nel passato, non abbiamo poi raccolto granché. C’è stata la crisi economica mondiale, ma il bravo assessore alla Cultura (che sa leggere bene i classici letterari come ha dimostrato nel pomeriggio pascoliano al Museo) non è di Rimini, bensì un prestito di Cesena.
    Che significa tutto ciò? Ce lo dicano i politici del passato, non Gnassi che è arrivato adesso. La Politica si fa non soltanto nelle sedi di partito, o tra i gruppi di Amici e Potenti. Le Amministrative insegnano: la gente a vuol partecipare. Qui, non da Lilli Gruber. [Anno XXXI, n. 1084]
    Antonio Montanari
    (c) RIPRODUZIONE RISERVATA
    “il Ponte”, settimanale, Rimini, 10.06.2012


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