• Noiosi di Stato

    Ho pagato regolarmente il canone tv, quindi posso confessare le mie antipatie di spettatore. Non sopporto le interviste di Fabio Fazio ai cantanti. Soprattutto se sono stranieri, come è successo il 22 gennaio con James Taylor che non avevo mai sentito nominare, e delle cui canzoni non ho compreso alcunché, non sapendo l'inglese. Fazio al solito si è liquefatto d'ammirazione davanti a lui, segno che Taylor è un artista celebre e degno del massimo rispetto. A volte le lunghe conversazioni tra Fazio ed i suoi ospiti musicali esteri, sono arricchite da graziose traduzioni che purtroppo mi sembrano noiose, trattando argomenti di cui non so nulla. Tutta colpa mia? Non credo, ci hanno cresciuto a pane, Carosone e Modugno per evitare Claudio Villa. Ed ero troppo vecchio per gli "Scarafaggi" inglesi.
    Preferisco le scenette politiche che Fazio manda in onda, come l'intervista a Giulio Tremonti, l'uomo che sorride sempre e ti riconcilia con i governanti di ieri e di oggi. Nel 2005 propose una grande coalizione alla tedesca con programma opposto a quello della vera grande coalizione tedesca della signora Merkel. Nel 2007 chiese di fare l'alzabandiera nelle scuole. Nel 2008 previde un nuovo 1929, ovvero miseria a costo zero per tutti, accusando i compagni di partito di non rendersi conto di quanto stava succedendo. E riassunse la proposta di riforma scolastica avanzata dal ministro dell'istruzione Gelmini con lo slogan "Un voto, un libro e un maestro". Come se la confusione nella mente dei giovani nascesse dal confronto tra due libri, tra due maestri o tra due opinioni diverse. Come se si fosse voluto un "pensiero unico".
    Il 18 settembre dello stesso 2008 dichiarò al "CorSera": "Non è la fine del mondo, ma la fine di un mondo". Erano le stesse parole con cui il 7 luglio si era chiuso un editoriale della "Stampa", firmato da Domenico Siniscalco: "Non siamo alla fine del mondo. Quasi certamente siamo alla fine di un mondo".
    Il massimo della simpatia, Tremonti lo ha riscosso il 22 gennaio quando ha ammesso che, per salvare l'economia italiana, "da agosto 2011 in poi qualcosa di più si poteva fare". Lui personalmente lo ha fatto, ha cominciato a scrivere il libro presentato da Fazio, "Uscita di sicurezza". Il titolo promette bene, ed è un ulteriore dato per il nostro conforto. Anche perché Tremonti non ha chiesto al prof. Monti di andare a casa, ma di andare avanti alla ricerca di quei soldi che lui non ha mai trovato. [Anno XXXI, n. 1067]

     

    Antonio Montanari
    (c) RIPRODUZIONE RISERVATA

     

    "il Ponte", settimanale, Rimini, 05.02.2012

     


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